Calamaro imbottito al nero di seppie
Per prima cosa si prepara il ripieno. Dopo aver lavato i calamari, occorre staccare i tentacoli e sminuzzarli; poi fai la stessa cosa con la seppia, ma avendo cura di tenere la vescichetta con il nero. Se non sai come si fa, fattelo fare dal pescivendolo che te l’ha venduta, se è gentile come il mio.
Soffriggi con aglio e prezzemolo la seppia e i tentacoli dei calamari tagliuzzati come per fare un ragù, sfuma con il vino bianco e dopo aggiungi la salsa di pomodoro; a metà cottura buttagli dentro la vescica per far diventare il sugo nero, e se ce l’ha, anche le uova. Ma questa è una finezza rara.
Una volta fatta la salsa, prepara un risotto come fai tutti i risotti, visto che ormai dovresti essere un fenomeno, con tutte le ricette che ti mando e che tu prepari. Vero?
A metà cottura aggiungi la salsa e finisci di cuocerlo, lasciandolo molto al dente.
Fai raffreddare il tutto e riempi i calamari, chiudendo l’imbocco con uno stuzzicadenti.
Prendi una teglia e soffriggi di nuovo aglio e prezzemolo per rosolare i calamari che hai riempito. Sfuma con vino bianco e metti in forno caldo per circa ½ ora.
Metti a tavola su un piatto da portata e servi direttamente nel piatto del tuo commensale, perché se prima lo metti nel piatto e poi glielo porgi, rischi di farglielo scivolare direttamente addosso. E poi te la prendi con me.
Sempre per la sua incolumità, ricordagli che deve togliere lo stuzzicadenti che serviva solo per tenere chiuso il calamaro, e che se gliene serve uno a fine pasto, glielo puoi dare nuovo, addirittura mentolato.
Se qualcuno degli ospiti dovesse fare una faccia perplessa, scoprendo che il contenuto del calamaro è nero, rassicuralo dicendogli che non è imbottito di tritolo.
A questo punto, dopo tutte le precauzioni del caso, ve lo potete gustare.