Megghiu la Fava che lu Pollu

Nella scorsa Maratona del Risotto, sul tema delle specialità regionali,
i dodici concorrenti sono stati i seguenti:
Arancina siciliana
Prebogion alla genovese
Zucca e amaretti alla mantovana
Risi & Bisi alla veneta
Cozze e cannellini alla napoletana
Alla milanese con midollo e ossobuco
Alla salentina con crema di fave e cicoria selvatica
Alla valdostana con fonduta
Alla romagnola con frattaglie di pollo
Alla trentina con Speck e birra
Alla silana con n’duia, funghi e peperoni
Panissa vercellese
Anche se ha vinto (ma di poco) il risotto alla milanese, non posso darti la sua ricetta, come faccio di consueto per tutte le “Maratone”. Non ce la faccio.
Primo, perché forse la sai già.
Secondo, perché mi sembra una ruffianata verso quelli che vincono facile.
Terzo, perché mi piace sostenere quelli che arrancano.
Quarto, e mi fermo qui sennò si fa lunga, perché ti voglio dare la ricetta di una scoperta che ho fatto di recente.
Quest’estate sono stato nel Salento: bei posti, brava gente e buona cucina. E a proposito di cucina, mi aspettavo di trovare lu pollu cusutu n’culu, la ricetta declamata da Checco Zalone in famosa canzone che fa il verso ai Negroamaro.
Invece non l’ho trovato da nessuna parte. E come si può immaginare, non ho osato chiederlo a nessuno, se non altro per non far cadere la faccia a Daniela, mia moglie, con cui mi accompagnavo.
In compenso ho trovato una favolosa crema di fave e cicoria: semplice quanto buona, che mi ha fatto scordare presto la delusione per lu pollu chi pigghia pi lu culu.
Poi, sai com’è, quando uno va a visitare un posto, si vuole sempre portare a casa un souvenir. Ma io di trulli di terracotta, fischietti artistici, monili e altre chincaglierie non ne voglio sapere. E anche far vedere tutte le belle foto che ho fatto, mi sembra un supplizio troppo oneroso da far pagare a qualche mal capitato.
Cosicché preferisco condividere i sapori che ho scoperto e gustato, sono sicuro che fa sempre più piacere. E quale migliore occasione della Maratona del Risotto dedicata alle specialità regionali!?
Allora ho adattato la crema di fave e cicoria ad un risotto che rappresentasse il Salento, ed ecco fatto: è arrivato ultimo. Ha fatto l’effetto delle foto e dei trulli di terracotta.
Ma il risultato non ha placato il mio entusiasmo, perciò ora ti becchi la ricetta e dimenticati del risotto campione… alla milanese.
Compra delle fave secche e mettile a bagno una nottata, come si fa con tutti i legumi secchi. Il giorno dopo le scoli e le fai cuocere in tegame con un patata, della cipolla, del sedano, un paio di spicchi d’aglio e un po’ di acqua. Verso metà cottura, togli l’aglio e il sedano e fai finire di cuocere finchè ottieni una crema (se occorre, aggiungi ogni tanto un po’ di acqua calda).
Nel frattempo lava la cicoria che hai comprato, o che sei andato a raccogliere nei campi – perché tu di solito vai a raccogliere le erbe selvatiche nei campi, vero?
Gli dai una sbollentata e poi la fai saltare in padella con aglio o olio d’oliva.
A questo punto hai tutto pronto per fare anche il risotto, altrimenti la crema di fave te la mangi, come fanno nel Salento, con dei crostini di pane.
Il risotto segue la procedura di tutti i risotti, poi a metà cottura aggiungi la crema di fave e infine mantechi con parmigiano e pecorino – quest’ultimo, incriminato dai votanti (forse motivo della vittoria del “milanese”).
In uscita ci metti sopra la cicoria e un filo di olio di oliva, mi raccomando buono.
Conclusione…
Le suggestioni ricavate dai luoghi in cui si va in viaggio, speri sempre di poterle condividere e mantenerle vive, ma può capitare che poi si scontrino con altri viaggi, altri interessi, altre abitudini. Ma anche se non vengono capite o apprezzate, non vuol dire che spariscano o che perdano di valore, rimangono solo conservate. E ognuno ha i suoi ‘cassetti’.
Renato Collodoro
Conversations 9 comments
CERTO megghiu la FAVA U ME GUSTA ANCUA………
Bella idea, Renato! Anch’io in Salento ho gustato questa loro specialità …..Verremo a provare il risotto ….! Ciao a presto….
Ciao Renato, al piacere di leggerti, aggiungo la condivisione delle tue scelte. Mi schiero senz’altro dalla parte di fave e cicoria.
Vedi di far sistemare quella grondaia però!
Un abbraccio, luigi
p.s. sto facendo “sudare” il porro sul fuoco,per poi saltarci tocchetti di baccalà,privato della pelle, una foglia di alloro, maggiorana. Uscirò a fare pubbliche relazioni, per poi rientrare in tempo per mettere sul fuoco la pentola per cuocere la polenta 45′ (il granturco di una volta, macinato a pietra), appoggiare il baccalà su un piatto,spolverarlo di prezzemolo tritato fresco, e completare il sugo mettendo in pentola la salsa di pomodoro. In tavola, una tavolaccia di legno, un fiasco di vino rosso novello, aspettano la polenta, il sugo, te, Daniela e gli Amici del blog.
Caro Luigi, mi hai fatto venire voglia di qualche centinaio di chilometri per venirti a trovare: amicizia e polenta e baccalà. Ne varrebbe veramente la pena.
un caro abbraccio a te e Federica, e un bacione alla nipotina Matilde…
Noi viviamo ancora di speranze, i nostri impegni non ci permettono di sedere a tavola con voi. Questa settimana prometto di fare il risotto di fave, poi ti sò dire, Grazie ancora enrico e marta
Ciao Luigi questa settimana proviamo il risotto di fave “ultimo arrivato” intanto sarà buono ugualmente. Poi ti sappiamo dire. Grazie ancora, speriamo di vederci qualche volta a tavola. enrico e marta
Noi viviamo ancora di speranze, i nostri impegni non ci permettono di sedere a tavola con voi. Questa settimana prometto di fare il risotto di fave, poi ti sò dire, Grazie ancora enrico e marta
Grande Renato! Culture, odori e sapori! Mi affidero’ alla bravura di Maurizio per questo nuovo piatto.
piatto come sempre da provare, grazie
Anna