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Un risotto rustico

Un risotto rustico

Marzo 20, 2022
2 min read

 Quando si pensa al rustico possono venire in mente, tra le tante cose dal gusto intenso, anche  i mobili in legno del tipo tinello maron comprato da Paolo Conte, con la sua convivente austriaca, nella ricostruzione del Mokambo.

Paolo Conte è un rustico d’eleganza. La sua voce cavernosa, corroborata da cigarettes & coffee al ritmo sincopato del Jazz, mi fa pensare alla rusticità del suo Monferrato di cui il o la Barbera – che dir si voglia – ne è fiera espressione.

La stessa genuina rusticità del mio amico, e fornitore, Dario Natta, che lo produce con ‘il coraggio di tagliare’ – come dice lui – per lasciare sulla pianta meno grappoli da maturare, ma con la garanzia di una qualità superiore.

Noi, il suo Barbera – a me viene spontaneo al maschile – lo serviamo rusticamente nei fiaschi impagliati, senza però disdegnare neanche le bottiglie più pregiate; e poi ci ‘ubriachiamo’ un risotto insieme alla salsiccia. Più rustico di così…

La salsiccia deve essere ovviamente rustica, quindi suina; non bovina, di Bra, che quasi mai è di Bra, giusto per apparenza: per voler fare i raffinati a tutti i costi.

La ricetta è semplice ma non per questo non richiede particolare cura, specialmente nell’ubriacatura, chè se il chicco di riso non beve con senno e ponderatezza diventa maldestro, a discapito di chi se lo mangia. Sicuramente ci scappa la rissa con l’intestino e il palato.

Per cominciare si spoglia la salsiccia dal suo budello, facendo delle polpettine che poi si passano in padella a soffriggere appena, senza farle cuocere del tutto, per poi metterle da parte. In un’altra padella si fa tostare il riso carnaroli con burro e olio e un trito di scalogno; quando il chicco accenna a indorare, si versa il Barbera fino a coprire abbondantemente la quantità di riso che si vuole cuocere. Non è il classico bicchiere di vino da sfumare, qui si tratta di una vera e propria ubriacatura. Il chicco va letteralmente stordito, inebriato dai fumi dell’alcol; e se lo deve bere tutto, non può rimanere neanche un goccio: qui sta il segreto. Quando il chicco è totalmente ciucco, talmente sconvolto da dare compimento al lapidario proverbio che recita, come un necrologio : “Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino”, solo a questo punto si fa rinsavire con una secchiata di brodo, tipo le scene dei film western con gli ubriachi buttati fuori dai saloon. E si continua ad aggiungere brodo fino a quando si è rinsavito del tutto, confortato dall’aggiunta della salsiccia fino ad arrivare a cottura. Dopodiché si spegne la fiamma e lo si coccola mantecandolo con burro e parmigiano per renderlo cremoso e diciamo pure elegante, nel suo colore di un intenso, manco a dirlo, vinaccio.

E’ inutile dire con quale vino si accoppia questo risotto, ma lo dico: Barbera d’Asti!

Sulle dosi da bere ognuno si regola a piacer suo, potrà prendere sempre spunto dal vissuto del Risotto Ubriaco.

Le ricette del Buon Mangiare di Renato Collodoro

Conversations 7 comments

Let's start a personal, meaningful conversation.

Example: Practical philosopher, therapist and writer.

Grazie per avermi permesso di cucinare insieme a te Renato, sentire il profumo della salsiccia che rosola il padella, della Barbera mentre sfuma ed ubriaca il riso, ed in fine ad occhi chiusi al palato tutti i sapori ben distinti di ogni ingrediente.
Buona serata
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Margherita Perassosays:
Relevant commenter background or experience:Teacher
CARPE DIEM PROPRIO VERO!
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maria eugenia baratellisays:
Relevant commenter background or experience:pensionata
GRAZIE RENATO. QUESTA RICETTA DEL RISOTTO E’ MOLTO INTERESSANTE E IL MODO IN CUI LA DESCRIVI DIVERTENTE: FA VENIRE VOGLIA DI PREPARARLO E MANGIARLO. SALUTI CARI

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Miriam Lucia Maltagliatisays:
Relevant commenter background or experience:Violinista
Che meraviglia… le tue ricette sono gustose da leggere oltre che da provare! Sei il numero uno!!! 
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