La Ricetta del Risotto con Pecorino siciliano e Cotognata

Mi sono sempre chiesto come un prodotto della natura, apparentemente insignificante e non commestibile, diventasse poi qualcosa di sublime, apprezzato da un’infinità di persone attraverso i millenni.
Ho cercato di immaginare proprio il momento in cui un nostro lontano antenato – non Adamo che aveva subito capito cosa doveva farne della mela – raccoglie un’altra mela, quella cotogna, e l’addenta avidamente non riuscendo a staccarla più dalla bocca allappata, con la lingua rimasta atrofizzata per la sovrabbondanza di tannino e pectina – che lui ovviamente non sa cosa sono -; poi, spaventato, corre a casa dalla moglie con la mela cotogna sempre incastrata nella bocca, chiedendole a gesti di togliergliela, che tanto non è peccaminosa… Non oso immaginare i gesti.
Immagino ancora la moglie, molto più pratica e saggia di lui, che riesce a togliergli l’inutile e inglorioso frutto dalla bocca; e mentre lui mangia un chilo di pane e companatico, accompagnato da una buona dose di vino per far rinascere le papille gustative e liberarsi dalla paura di aver avuto una paresi, la donna pensa al dispiacere di buttare un frutto che assomiglia ad una mela e una pera insieme.
“Senz’altro qualcosa di buono avrà, visto che nasce da un albero?!” viene in mente alla sapiente donna di casa.
Essendo però un po’ schifata dalle bave residue che l’inconsapevole scopritore aveva lasciato sul frutto, non se la sente di addentarlo anche lei, tanto meno di riproporlo al marito, che aveva appena ripreso la normale attività mandibolare. Così intuisce che forse è meglio cuocerlo con dello zucchero e renderlo una poltiglia, almeno può rifilaglielo il giorno dopo, sotto mentite spoglie, per fare una merenda.
Ma per non rischiare di fargli riconoscere la mela cotogna che l’aveva fregato, mette il lavorato in una formina di terracotta che riproduce l’immagine di Afrodite, la dea dell’amore, e quando la poltiglia si è addensata e ha preso forma, la maliarda offre la specialità allo gnoccolone, che la mangia e rimane fregato, come era già successo al suo precursore con il frutto più ‘originale’.
Sarà nata così la cotognata? Forse! A me piace immaginare che sia andata così.
Io, che sono nato in Sicilia negli anni ’60, da bambino ero molto attratto da queste formine di terracotta che giravano a casa di mia nonna, mentre mi sono appassionato poco alla cotognata confezionata che davano come merenda alla scuola elementare, perché nel frattempo era nata la Nutella che risultava più allettante, insieme al famoso ovetto con tanto di sorpresina.
Ora però sono un ometto e col mangiare c’ho fatto un mestiere, cerco di recuperare anche i sapori che vanno scomparendo, a favore di merendine che vengono prodotte da ditte che producono anche detersivi.
Cosicché, nella scorsa Maratona del Risotto ho proposto un abbinamento un po’ azzardato: risotto con pecorino siciliano e cotognata che, con mio grande stupore, allo spoglio delle valutazioni, è risultato il campione: il primo fra dieci risotti.
Se vuoi farlo è molto semplice, ammesso che tu abbia la cotognata; la puoi acquistare o fartela, quando è stagione, comprando le mele cotogne e cercando una ricetta sul web come ho fatto io.
Poi fai un risotto con la solita modalità e lo mantechi con una buona dose di pecorino siciliano grattugiato. Infine lo servi mettendo a disposizione la cotognata – ma morbida, non quella delle formine -, che ognuno doserà a discrezione, cercando il giusto equilibrio tra dolce e salato.
Conversations 13 comments
ho mangiato una cotognata dura casalinga sicula da paura, tanto era buona. nulla di paragonabile ai fruttini zuegg che peraltro mi ricordano moltissimo la colonia aa 70 alla quale mi mandarono per anni…..eccole le ferie dell’epoca!
abbiamo avuto gli stessi traumi, allora 😉
Gira che ti rigira …….. è sempre l’equilibrio l’ingrediente fondamentale 😉
Appunto…Patty!!
Heila! Leggiamo sempre con piacere i simpatici racconti dell’Oste, meriti veramente una visita! Purtroppo non siamo mai dalle tue parti, ma spesso facciamo un salto al ristorante Mezzaluna di Alassio, ke sinceramente non abbiamo ancora capito se siete la stessa cosa..bene, con l’ultimo aggiornamento sui risotti di S.Valentino, ti promettiamo ke primao poi un salto a conoscerti lo faremo sicuramente!! Grazie ancora x tutti gli inviti, e un arrivederci a presto!!
Grazie per l’apprezzamento, Claudia! Ti spiego l’inghippo: l’osteria Mezzaluna ce l’abbiamo ad Alassio e a Torino, e di fianco abbiamo un altro ristorante che si chiama Oryza ed è specializzato sul riso, proposto in tutti i modi possibili.
Se siete da queste parti, ci vediamo con piacere.
Renato
Ho giusto imparato a fare la cotognata alla scuola del Melograno….. e ho anche assaggiato il tuo risotto!!!!
(devo dire che per la cotognata non trovo grandi utilizzi… povere mele cotogne, strambe, stortignaccole, allappanti e neglette nella cucina! Almeno hai dato loro dignità! Bravo Renato) 🙂
Grazie Raffaella! Mi intriga sempre valorizzare le cose che apparentemente hanno poco valore… Viva la cotognata!!
Leggo sempre con piacere le tue mail e le tue ricette. Purtroppo non sono ancora riuscita a venire nel tuo ristorante, primao o poi un salto riuscirò a farlo! Grazie ancora per tutti gli inviti
Ciao Anna, intanto mi fa molto piacere che tu legga le mie mail, e poi speriamo di vederci.
alla prossima, allora…
Renato
la cotognata? ottima per gli sportivi….lasciata indurire e tagliata a pezzetti da portarsi dietro in bici o in montagna diventa un’utile fonte di energia all’occorrenza o per calmare il buco della fame!
E poi la marmellata di mele cotogne con il limone da mangiare al cucchiaio o per fare una crostata è quancosa di sublime. Proverò anche il risotto vincitore. Grazie Chef!
Grazie per il tuo contributo, cara Roberta. Poi fammi sapere come ti è venuto il risotto…
a presto
Renato
Carissimo Renato,
Martedì sono tornato su con mio padre per la questione casa…. Speriamo in bene! Ho colto l’occasione per portarlo anche da Oryza…. Estasiato! Grazie mille! I ragazzi mi hanno detto che eri ancora via,peccato avrei voluto salutarti di persona. Ti giro i complimenti di mio padre e penso (spero) che a breve possano venire su anche mia madre e mia moglie con i bimbi. Di certo se vendiamo la casa festeggiano da te… Resta da decidere dove!!! Scelta non facile,comunque… Grazie ancora di tutto e vi auguro buon lavoro. Io inizio domani, alla riapertura dell’ hotel. Un salutone a tutti!!!
P.S. :mio padre ti dice a che che una crema di riso così non l’ha mai mangiata!!!! L’avete proprio conquistato!!!! A presto!!
Moreno