Una ricetta d’amore

Io, fino ai vent’anni, non ho mai mangiato aglio. A casa mia, dove si cucinava alla siciliana, non si usava; tranne quando mia mamma ci serviva a tavola la pasta con la salsa di pomodoro, e insieme alla salsa ci poteva cadere anche lo spicchio di aglio usato per il soffritto. Per me era una specie di roulette russa. Se riuscivo ad individuarlo in tempo, lo passavo a mio padre o a mia sorella, che a loro non dispiaceva. Ma se per caso si era insinuato ingannevolmente dentro un maccherone o si confondeva, come un infame, in mezzo ai cavatelli e me lo ritrovavo tra i denti schiacciandolo con lo stesso disgusto che si prova quando si schiaccia una cimice, allora avevo finito di mangiare, non solo la pasta ma anche tutto il resto. La nausea che mi provocava prevaleva anche sull’appetito.
A vent’anni mi sono fidanzato con Daniela – che baccagliavo già da quando ne avevo quattordici – una torinese che poi sarebbe diventata mia moglie e che lo è tuttora. In seguito al coronamento del lungo e paziente baccagliamento, Daniela mi fa conoscere in sequenza la mamma, la nonna e le zie che, una dopo l’altra, mi invitano a pranzo o a cena, cucinando, giustamente, alla piemontese. E cos’è che non manca mai, o quasi, nella cucina piemontese? L’aglio! E io, per amore, ho mangiato la soma d’aj – una specie di bruschetta su cui si frega tanto aglio finchè non ti ci limi anche le unghie – servita da sua mamma.
La nonna, a sua volta, quando scopre che mi piacciono i peperoni, me li fa spadellati, ma con una ventina di spicchi d’aglio spremuti con uno spremi-aglio che aveva comprato, a mille lire, al mercato di Santa Giulia, in borgo Vanchiglia, dove lei comprava tutto a mille lire.
Poi viene il turno delle zie. Una, particolarmente ortodossa, che sulle prime si era dimostrata un po’ freddina, perché in casa sua non era mai entrato un meridionale, dopo esserle entrato nelle grazie, in seguito alla mia richiesta di voler provare la bagna cauda, mi dice, con il tono austero degli integralisti: “Te la faccio con molto piacere neh! Ma sei sicuro? Io la faccio con una testa d’aglio a persona. Sei ancora sicuro di volerla provare?” . Secondo me voleva mettermi alla prova e farmi desistere dal continuare a frequentare la nipote prediletta, caduta tra le braccia di un terrone. Ma io colsi la sfida, e la affrontai come un rito di iniziazione. Che superai. Non solo mangiando la bagna cauda, ma diventando anch’io il suo nipote preferito.
Nei tanti anni che abbiamo passato insieme, anche Daniela, che nel frattempo ha imparato a fare una caponata di melanzane d’eccezione, non ha mai tralasciato l’uso dell’aglio e la torinesità che le è stata tramandata, nonostante non ci siano più la mamma, la nonna e le zie.
Ed è anche per questo che la bagna cauda che abbiamo usato, insieme ai peperoni, per il risotto che è risultato il campione della scorsa maratona del risotto, ha voluto prepararla lei, come la faceva sua zia, mettendoci dentro, oltre all’aglio, le acciughe, l’olio, il burro e anche tutta se stessa.
Conversations 9 comments
Vedi? Io e il papà siamo andati incontro a Daniela prima di te :))))
Ciao Renato!
belle le foto della passeggiata! Alla prossima spero di esserci.
Complimenti per tutto quello che fate per i bimbi etiopi.
Non so se ci sarò alla risottata (mi laureo i primi di dicembre), ma prima di Natale ci vediamo di sicuro!!!
Margherita
È molto bello l’entusiasmo che anima ogni Vostra iniziativa. Quella foto tra zaini quaderni e pennarelli è di una dolcezza incredibile. L’Amore è la ricchezza più grande e più preziosa, e Vi appartiene. Siamo in viaggio per Bologna, il 120^, e nell’Amore troviamo la forza ed il coraggio.
Buona vita, Vi darei anche un bacio ma la mezza manica è tremenda per nascondere l’aglio ed oggi a pranzo è capitata a me.
Luigi
CIAOOO Daniela e Renato grandi amici distanti migliaia di kilometri ma vicini per affetto. Mi dispiace questa distanza in particolare quando fate la Maratona, speriamo che noi terroni Graziella e Franco qualche volta capiteremo dalle vostre parti in tempo per una maratona!
Renato, leggere i tuoi racconti è sempre un grande piacere, mi riporta indietro nel tempo…però non trovo la ricetta del risotto campione! Sono io che non vedo il link?
Grazie per il tempo che dedichi a questa newsletter bellissima e piena di amore!
moglie in gambissima, ciao, a presto, buon viaggio. Un abbraccio a tutti i bimbi che incontrerai in Etiopia
e bravi tutti e due! Io non ho fatto il bis dei primi nove per timore di non riuscire poi ad assaggiarli tutti, ma quello che ha vinto l’ho poi preso due volte, da buona piemontese, neh?! Però meritavano tutti un applauso: complimenti per l’originalità
E’ sempre un piacere leggerti, faccio anche io uso dell’aglio e amo moltissimo la bagna cauda,non vedo la ricetta del risotto campione
Alla prosima mail
ciao Anna (novecento)
Certo perché Daniela ci mette in tutto il cuore !!!! ❤️❤️❤️❤️❤️